martedì 28 luglio 2009

Craters of the Moon National Monument - Soshone Falls


Il risveglio nella cittadina di Idaho Falls, dopo due settimane e mezza di natura incontaminata, non è stato decisamente una cosa entusiasmante; ci sforzavamo di pensare che comunque eravamo ancora in vacanza, ma la sola idea di non vedere più tutti quei paesaggi, le foreste, gli animali, ci faceva star male.
Idaho Falls poi, pur essendo carina con molte zone verdi per il tempo libero, era per noi soltanto una tappa di passaggio. Tuttavia, per non trascurare questa cittadina dell’ Idaho situata lungo le sponde dello Snake River, ci siamo buttati a downtown per dare un’occhiata al Tempio Mormone ed alle Idaho Falls. Proprio queste ultime se da un lato hanno deluso le nostre aspettative, dall’altro ci hanno fatto tornare il buonumore. Le prime quattro persone infatti a cui avevamo chiesto informazioni sulle cascate, ci avevano risposto un po’ disorientati che non sapevano di cosa parlassimo: finalmente poi una signora ci ha spiegato che le cascate che danno il nome alla città sono ora in secca a causa della creazione di una diga. A quel punto, tutti in macchina e … via in direzione Craters of the Moon.


Il Craters of the Moon N.M. (www.nps.gov/crmo) è un parco nel centro dell’Idaho che conserva dei paesaggi lavici molto belli: la parte più accessibile può essere visitata grazie ai numerosi sentieri che attraversano gli strati di lava, i coni ed i crateri, inoltre è anche possibile visitare la parte sotto la superficie in cui si trovano numerose grotte e tubi di origine lavica. All’interno del parco c’è il consueto Visitor Center che ne illustra la storia geologica e da alcune nozioni sui vari tipi di lava; a me in particolare è piaciuta la sezione dedicata agli astronauti della spedizione spaziale Apollo 14, durante gli anni sessanta, che vennero qui a studiare la geologia vulcanica della zona, simile a quella del terreno lunare. Dopo esserci rinfrescati quindi abbiamo iniziato ad esplorare la Loop Road, una strada di 7 miglia con sei viewpoints in cui fermarsi per visitare poi a piedi, lungo i vari trails, le zone più interessanti. A noi sono piaciuti in particolare l’Inferno Cone, gli Spatter Cones and Big Craters Area e la Cave Area.


L’inferno Cone è un cono vulcanico il cui top si raggiunge facilmente percorrendo in salita, un breve sentiero di mezzo miglio; una volta arrivati in cima poi si ha una bellissima vista su tutta l’area circostante e se si è fortunati, si può anche godere di una gradevole brezza, che in estate non guasta mai.


Gli Spatter Cones and Big Craters Area invece sono dei coni molto più piccoli, in cui è possibile arrampicarsi, percorrendo alcuni strettissimi trails che ti portano in mezzo a questo paesaggio lunare.


Molto apprezzata da Daniela invece è stata la Cave Area. Lasciata la macchina al parcheggio, ci siamo incamminati lungo trail: dopo mezzo miglio, il sentiero si divide in quattro direzioni, che portano rispettivamente ai Dewdrop, Boy Scout, Beauty ed Indian Tunnel. Non avendo portato con noi la torcia, abbiamo aspettato l’arrivo di alcune persone guidate dal ranger, che ci hanno fatto gentilmente da apripista all’Indian Tunnel. Devo dire che il Craters of the Moon ci è piaciuto pur essendo molto diverso rispetto a quello che avevamo visto fino ad ora. L’unica cosa che cambierei se potessi tornare indietro nel tempo, è la cronologia del viaggio, nel senso che, per poterlo apprezzare di più, Craters lo visiterei all’inizio e non alla fine della vacanza.


Finita la visita ai Craters of the Moon, avendo ancora del tempo a disposizione, abbiamo deciso di allungare la strada fino alla città di Twin Falls per andare a vedere le vicine Soshone Falls: queste cascate, soprannominate le “Niagara dell’ovest” sono incorniciate dalla profonda Snake River Gorge (gola) e larghe più di 300 metri con 65 metri di altezza.


Ormai la stanchezza e la fame si facevano sentire, e presa la Interstae 84 siamo partiti alla volta dello Utah. Tappa per la notte Clearfield.
Goodnight.
Falco

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