mercoledì 22 luglio 2009
Black Hills - Mount Rushmore National Monument - Crazy Horse Memorial - Custer State Park - Wind Cave N.P. - Jewel Cave N.M.
Il South Dakota è davvero uno stato affascinante: per chi come me è cresciuto con il mito degli indiani delle praterie e della cavalleria americana, la stupenda giornata di ieri passata alle Badlands, non ha fatto altro che accrescere nei suoi confronti, la curiosità mia e delle mie “ragazze”.
Lasciata Wall e raggiunta Rapid City, mezzora dopo eravamo gia lungo la U.S.16 in direzione Mount Rushmore nel bel mezzo delle Black Hills: a dire il vero, il nostro programma originale prevedeva prima una visita al mitico Cisco, il cavallo del tenente Dunbar nel film Balla Coi Lupi, ma una volta saputo della sua morte, abbiamo rinunciato a raggiungere la cittadina 1880 Town sulla I-90.
Le Black Hills, chiamate Paha Sapa dai Sioux Lakota, erano un luogo sacro per i Nativi che vi si ritiravano in cerca di indicazioni da parte del Grande Spirito: purtroppo la scoperta di giacimenti auriferi su queste colline, causò una serie di conseguenze che costrinsero i Sioux ad abbandonare le loro terre.
Questa regione offre scorci paesaggistici molto affascinanti, potendo contare su colline di granito ricoperte di boschi e sui canyon più belli di tutto lo stato: tra tutti .. lo Spearfish Canyon nella cui valle scorre lo Spearfish Creek, che si insinua in una gola stretta, costellata di cascate (qui Kevin Costner girò le scene finali del film Balla Coi Lupi). Oggi le Black Hills conservano alcuni dei simboli della storia americana, quali Mount Rushmore, il Crazy Horse Memorial, gli splendidi Custer State Park, Wind Cave e Jewel Cave National Monument, e la storica cittadina western di Deadwood.
L’impatto con il Mount Rushmore National Memorial (www.nps.gov/moru) è stato veramente adrenalinico, sia per la sua imponenza, sia per ciò che esso rappresenta per gli Stati Uniti. Questa gigantesca scultura che raffigura i presidenti Washington, Jefferson, Lincoln e Roosevelt, è stata completata nel 1941 dopo 14 anni di lavoro: la visita del Memorial (che non porta via più di 2-3 ore) inizia dall’uscita del sottopassaggio che dal parcheggio porta al vialetto con le bandiere degli stati americani ed i presidenti sullo sfondo. L’organizzazione, come da tradizione è perfetta, e lo dimostra il fatto che il trail che sale fin sotto i presidenti è accessibile fin quasi alla fine anche per i disabili. Nel Memorial poi si può accedere al Lincoln Borglum Museum in cui è possibile documentarsi sulla storia dei lavori della scultura e girovagare all’interno del gift shop che è sicuramente il più completo che io abbia mai visto negli States.
Da Mount Rushmore poi ci siamo spostati al Crazy Horse Memorial (www.crazyhorsememorial.org) simbolo di tutta la Nazione Sioux: all’entrata non ci è possibile utilizzare il nostro national park pass e ci vengono richiesti 20 $ che scopriremo in seguito destinati al finanziamento dell’intera struttura del Memorial. La statua del grande guerriero Crazy Horse è ancora incompleta, lontana dalla perfezione del Mount Rushmore ed i Nativi hanno rifiutato più volte l’aiuto da parte del governo americano. Per ora è stato completato solo il volto ma quando sarà finita diventerà la scultura più grande del mondo.
All’interno del Visitor Center le attrazioni non mancano: c’è una sala di proiezione nella quale viene proiettato il filmato sulla storia, lo scopo ed il progetto del Crazy Horse Memorial e dello scultore Korczak , inoltre vi è possibile ammirare un sacco di oggetti, armi, accessori, quadri e manufatti rappresentanti la nazione Sioux. Dopo esserci riposati e rifocillati per bene, ci siamo rimessi in macchina per raggiungere prima Wind Cave N.P.(www.nps.gov/wica) e poi Jewel Cave N.M.(www.nps.gov/jeca) . Percorrendo verso sud la hwy 87 ci concediamo un primo assaggio del Custer State Park (www.sdgfp.info/Parks/Regions/Custer), e durante il tragitto ci troviamo in mezzo alla carreggiata un bisonte che con molta calma si accingeva a scendere a valle.
Arrivati al Wind Cave N.P. ci rechiamo subito al visitor center. Questo parco vanta la sesta caverna di arenaria al mondo per lunghezza; è una sorta di labirinto sotterraneo a cui è possibile accedere con delle visite guidate, ma visto che Daniela non gradiva molto scendere al buio io e Roberta decidiamo di concentrarci sulla parte “all’aria aperta” del parco. Dopo aver fatto un po’ di hike lungo il Rankin Ridge Trail ed aver avvistato parecchia wildlife locale siamo risaliti in macchina in direzione Jewel Cave N.M.
Anche questo National Monument ha come pezzo forte le formazioni rocciose che si trovano nelle grotte sotterranee ma al contrario del Wind Cave, non ha una parte in superfice altrettanto vasta. Quindi dopo un’altra breve hike nei pressi del visitor center, decidiamo di rientrare verso Rapid City, nostra meta per la notte, e lungo la strada decidiamo di fermarci alla Flintstones Badrock City: vi lascio immaginare la felicità di Daniela, che solo con la chiusura del parco si è fatta convincere ad andare via.
A questo punto stanchi ma soddisfatti abbiamo puntato diritti verso il nostro motel di Rapid City. Percorrendo la Iron Mountain Road, in mezzo a tutte quelle foreste ed ai needles ci siamo chiesti quanto deve essere stato doloroso per i Lakota Sioux dover abbandonare le loro terre: lungo il tragitto un paio di scorci di Mount Rushmore e la solita incredibile wildlife.
Hi
Falco.
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