giovedì 18 aprile 2002
Arches National Park
Dopo le emozioni del giorno prima alla Monument Valley, siamo ripartiti da Bluff di buona lena; percorrendo la UT 191 in direzione Blanding e Monticello, ci siamo ritrovati dopo circa due ore a Moab cittadina nota oltre che per essere stata il set di numerosi film western e di alcuni episodi della saga di Indiana Jones, anche per essere una meta molto ambita dagli amanti degli sport all’aria aperta come rafting e mountain bike. In più si trova vicino ai parchi di Arches e Canyonlands, motivo che la rende “base” ideale per i viaggiatori on the road: da Moab poi, in una decina scarsa di minuti lungo la UT 191, si arriva al Visitor Center, da dove inizia la Arches N.P. road.
L’Arches N.P. (www.nps.gov/arch) è il parco con la più alta concentrazione di archi naturali di arenaria al mondo, circa un’ottantina: può essere visitato con relativa facilità, visto che i sentieri per raggiungere gli archi più spettacolari sono relativamente facili. Dopo aver consultato la nostra Official Map and Guide, decidiamo di iniziare la nostra giornata di hike, dal breve sentiero che porta al Delicate Arche Viewpoint. Da li decidiamo di cimentarci subito con i quasi 5 km che dal Trailhead Wolf Ranch ed il Delicate Arch trail portano all’anfiteatro naturale da cui si può ammirare il Delicate Arch. Arrivati in cima, mi sono meravigliato della imponenza di questo splendido arco e mi sono subito reso conto che per catturare al meglio i colori rosso fuoco di questo splendido angolo dello Utah saremmo dovuti salire prima del tramonto. Per rendermi conto della sua grandezza mi sono recato ai suoi piedi, e devo dire che rimanervi seduto al di sotto ti fa capire la differenza che c’è tra noi e la natura. Ritornati sui nostri passi,ci siamo diretti al Trailhead Devils Garden. Anche questo percorso ce lo siamo veramente goduto; ormai dopo aver assaggiato la discesa del Bright Angel Trail al Grand Canyon eravamo entrati nello spirito di questi parchi, e così in men che non si dica avevamo gia apprezzato il Tunnel Arch ed il Pine Tree Arche. Da li poi, dopo una rapida consultazione della mappa, ci siamo diretti direttamente al Landscape Arch lasciando perdere il loop che ti porta al Private Arch. Vedere i cartelli che vietavano la sosta sotto il Landscape ci ha fatto sentire fortunati, purtroppo tra qualche anno quest’arco sarà crollato ma almeno ci siamo tolti la soddisfazione di vederlo e fotografarlo. Da qua in poi il Wall Arch, il Navajo Arch e una gamma di colori e paesaggi incredibili; ma la parte del tragitto che mi ha letteralmente stregato è stato il tratto di percorso che gli americani chiamerebbero.... rocky footing, cioè il camminare sulla cresta delle rocce che alla fine ti porta al Double O Arch. Per me sono stati momenti di adrenalina pura.
Ritornati alla macchina per la prima volta la stanchezza si era fatta sentire, ma dopo una sosta alla Balanced Rock, altro simbolo del parco (un masso di arenaria in equilibrio), decidiamo di goderci il tramonto alle Windows, percorrendo una parte del loop.
Alla fin fine la giornata che sembrava essere non molto dispendiosa, si era rivelata di tutt’altra pasta, ma il colpo a sorpresa doveva ancora arrivare. Al Visitor Center infatti una coppia di italiani ci avevano parlato in termini entusiastici del Mesa Verde N.P. e dopo aver verificato la vicinanza del confine del Colorado, io e Roberta con un cenno di intesa eravamo gia in macchina verso la città di Cortez. Guys.. questo si che è vivere on the road.
Falco.
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2 commenti:
ennesimo articolo che fa scuola ai novizi come me...buono per il futuro se ritorno da quelle parti!
Fede,
sei troppo buono ..o troppo amico!!! prima o poi avremo modo di sviluppare qualche idea assieme.
ciao
Max
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