venerdì 24 luglio 2009
Spearfish Canyon - Medicine Wheel N.H.S.
Dopo 2 settimane in cui tutto era filato per il verso giusto, ci siamo risvegliati a Sturgis dovendo affrontare le prime vere difficoltà in questo nostro viaggio. Roberta infatti, dopo una nottata in bianco, non si sentiva molto bene per cui abbiamo deciso di cancellare la visita al motoraduno delle Harley Davidson a Sturgis per dirigerci direttamente allo Spearfish Canyon.
Superate le cittadine di Deadwood e di Lead ci siamo immessi lungo la Spearfish Canyon Scenic Byway (14A), strada panoramica costruita sulle tracce della vecchia linea ferroviaria che si insinua attraverso le pareti a strapiombo del canyon. La visita dello Spearfish Canyon è un qualcosa che vi consiglio assolutamente se passate da quelle parti perché vi troverete di fronte interminabili foreste di pini Poderosa che coprono il 70% delle Black Hills e la ricchezza faunistica del posto vi permetterà sicuramente di incontrare qualche cervo o da qualche scoiattolo.
I fan di Balla coi Lupi poi, possono soddisfare la loro curiosità visitando i luoghi in cui furono girate le scene finali del film (per intenderci del campo indiano); questi sono ben segnalati e si trovano nei pressi di Latchstring Inn e di Roughlock Falls, lungo il Little Spearfish Creek ed a Stands With a Fist, l’altura da cui l’indiano Vento nei Capelli saluta per sempre il tenente Dunbar.
Continuando Roberta a sentirsi poco bene, decidiamo quindi di recarci al primo pronto soccorso disponibile: dopo un paio di tentativi a vuoto lungo la Intestate 90, riusciamo a trovare un medico al pronto soccorso dell’ospedale di Gillette. Sembrava di partecipare ad una puntata di E.R. ……..all’entrata ci accoglie un agente della sicurezza che neanche a farlo apposta conosceva qualche parola di italiano essendosi fatto 2 anni di servizio militare in Sicilia alcuni anni prima. Dopo aver consegnato i dati della nostra assicurazione sanitaria, abbiamo potuto constatare la meticolosità dei medici americani che, per non lasciare nulla al caso, ci hanno trattenuto in ambulatorio fino alle 3 del pomeriggio. Alla fine per fortuna sono riusciti a risolvere il problema di Roberta ma, lasciato l’ospedale e comperate le medicine, era ormai troppo tardi per dirigerci alla Devils Tower visto che dovevamo arrivare la sera a Lovell, cittadina a 4 ore e passa di macchina da noi.
Superata Buffalo, ci siamo soffermati velocemente ai siti di Ft. Phil Kearny e di Wagon Box Indian Fight, per poi superare Sheridan e puntare la Medicine Wheel Scenic Byway.
Gli odori delle foreste, dei prati e dell’aria frizzante lungo il percorso, ci hanno ricordato quanto il Wyoming era ormai entrato nei nostri cuori; ai bordi della sterrata che sale alla Medicine Wheel N.H.S. una mandria di mucche se ne stava beata a pascolare. Parcheggiata la macchina vicino alla piccola stazione dei ranger, mi sono incamminato da solo lungo la sterrata che porta a questo luogo sacro dei Nativi. In sintesi il monumento è composto da un cerchio di pietre da cui partono 28 raggi verso l’esterno: la ruota poi è circondata da un recinto su cui gli Indiani hanno appeso dei panni di preghiera colorati insieme ad altri oggetti sacri.
Da quello che ho capito, ci sono un sacco di teorie che tendono a spiegare il perché di questo monumento, ma quello che è certo, è che Medicine Wheel è stata utilizzata come luogo di preghiera da numerose generazioni di Nativi americani, i quali si aspettano che ne venga rispettata la spiritualità.
Alla fine, stanchi ed affamati siamo arrivati a Lovell che era sera inoltrata: questa passata era stata di gran lunga la giornata più faticosa di tutta la vacanza, per cui dopo aver preso possesso della camera al Western Motel, ce ne siamo andati subito a dormire ……. L’indomani ci aspettava il Bighorn Canyon N.R.A. ma soprattutto ci attendeva Cody, “home” del leggendario Buffalo Bill.
Bye!
Massimo.
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1 commento:
Ciao Max,
ancora una volta mi sono ritrovata a viaggiare tra le righe dei tuoi racconti...e magari esserci assieme!
a
Alla prossima avventura.
Icu
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